Come comunicare efficacemente

Psicologia della comunicazione e del marketing

Il ruolo della comunicazione

Non comunicare è impossibile (Watzlawick, 2011). Difatti, ogni comportamento (anche l’inattività o il silenzio) può
diventare comunicazione quando qualcuno lo percepisce e cerca di decodificarlo o interpretarlo.

Per esempio, una persona che sta in disparte, nell’angolo di una stanza, sta comunicando qualcosa: rabbia, disinteresse, tristezza. 

Conoscere la teoria della comunicazione è necessario per poter accedere ad una comunicazione efficace caratterizzata da ascolto attivo.

Gli elementi che influenzano la comunicazione

La comunicazione viene influenzata da due principali elementi:

  1. il contesto
  2. l’individuo

Il contesto, ovvero l’ambiente in cui si svolge la comunicazione, è la cornice dove si collocano i significati possibili e condivisi riguardo a parole e azioni. Per esempio, basti pensare a come varia il modo di comunicare se si fa riferimento ad una serata con gli amici e ad un incontro formale.

Invece, l’individuo modifica il risultato della comunicazione in relazione alle sue specifiche caratteristiche (istruzione, esperienze di vita, pregiudizi, motivazione, coinvolgimento emotivo).

Comunicare efficacemente

Per comunicare in maniera efficace è necessario riconoscere che la comunicazione non è un semplice passaggio di informazioni.

Gli ingredienti per una comunicazione efficace sono 5:

  1. Accessibilità del messaggio per il destinatario;
  2. Agevolare l’assimilazione dei contenuti;
  3. Focalizzare e mantenere l’attenzione e la motivazione sul discorso;
  4. Appropriatezza dei codici e dei contenuti, tramite l’utilizzo di un linguaggio adatto al contesto;
  5. Ascolto attivo.
Quest’ultimo è di particolare importanza perchè è proprio da lì che inizia la vera comunicazione.

Come ascoltare attivamente?

L’ascolto attivo è una dote difficile da coltivare perchè non si riesce facilmente a donare il giusto tempo all’altro.

Per un ascolto attivo è necessario:

  • manifestare interesse, tramite il contatto visivo, il linguaggio del corpo, la non-interruzione del discorso, la concentrazione, la sospensione del giudizio e l’attenzione al non-detto;
  • richiedere informazioni all’interlocutore, invitandolo ad iniziare, incoraggiandolo a continuare, ponendo domande aperte e non complesse e invitandolo ad approfondire;
  • mostrare espressioni di intesa, parafrasando il contenuto, riflettendo l’emozione dell’altro e riassumendo il discorso.

Gli ostacoli della comunicazione (e dell'ascolto)

Eppure, nonostante alcune di queste cose possano apparire scontate e semplici, spesso mettiamo in atto degli errori che ostacolano la comunicazione:

  • mandiamo messaggi complessi all’altro che spesso fraintende o non capisce cosa si voleva comunicare o, peggio, inviamo simultaneamente più messaggi confondendo l’altro (solo per poter “espellere le nostre idee”);
  • utilizziamo un linguaggio gergale;
  • inviamo messaggi monotoni e ripetitivi;
  • non prestiamo abbastanza attenzione e creiamo delle distorsioni riguardo ai messaggi;
  • interrompiamo l’interlocutore per inserire un nostro messaggio, rallentando o bloccando del tutto la comunicazione
In generale, spesso, non si ascolta attivamente. Bisogna, dunque, provare a farlo con l’idea di riuscirci e, soprattutto, avendo chiaro cosa vuol dire ascoltare e comunicare. 
 
Fidatevi, si possono avere delle belle sorprese quando si ascolta davvero l’altro!

Bibliografia

  • Watzlawick, P., Bavelas, J. B., & Jackson, D. D. (2011). Pragmatics of human communication: A study of interactional patterns, pathologies and paradoxes. WW Norton & Company.
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