Le personalità tossiche e la società

Disturbi di personalità

Di smarrimenti, di ritrovamenti e di altre sciocchezze

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura detta società moderna. Tutto quello che intorno si muove echeggia e fa rumore solo per il fatto di non esser compreso appieno dalla mente pensante. Il mondo è tumultuoso, come lo sono i loro abitanti che si perdono in liti e vaneggiamenti dal gusto discutibile. Eppure la natura non è mai stata intrisa dal pensiero capitalista che inocula il godimento nella vita di ogni persona.

Mentre andavo alla ricerca del mio Virgilio mi accorsi che non c’era nessuno ad aspettarmi. La società moderna ha perso ogni guida e vaga in un bosco tenebroso dal quale non sa più uscire? La risposta è complessa, ma intuitiva e alla fine di questo breve viaggio forse la troveremo.

Le personalità tossiche e la società narcisista

Non trovando una guida, non trovando Virgilio, l’uomo vaga e cerca qualcosa che possa nel frattempo occupare il suo tempo. “Colmare” diventa la parola d’ordine. Così, le persone vengono ammaliate da luci inebrianti che sembrano portare da qualche parte, che sembrano formare una via d’uscita percorribile per raggiungere la meta. Si cibano, si strafogano, si abbuffano di oggetti, di sostanze e di comportamenti con il solo obiettivo di vivere. Tutto si riduce ad un godimento passivo, ma stranamente utile.

Cosa è successo?

La società è svuotata da ogni limite, tutto diventa meravigliosamente possibile e terribilmente imprevedibile. La persona non sa cosa vuole ma sa che ha necessità di averlo. In ogni momento dell’esistenza è necessario colmare la mancanza di qualcosa. Inizia così una corsa insensata verso la meta.

Per Dante la meta da raggiungere era il paradiso, per l’uomo moderno la meta da raggiungere è ciò che non si ha. Il problema è che mentre si cerca di raggiungere quel che non si possiede, si resta intrappolati all’inferno.

Duplici sono dunque i motivi che ci spingono a restare bloccati in questa dannata selva oscura: 

  • la necessità di godere istantaneamente di ciò che non si ha,
  • l’impossibilità di poter fare riferimento a qualcosa.

La perdita delle certezze e dei limiti porta la persona a non trovare una strada e la “bramosia passiva di avere” porta la porta a dimenticarsi di essere.

Ma nella pratica?

Se una persona pretende di godere velocemente non ha bisogno di desiderare qualcosa perché quel qualcosa è lì, a portata di mano. Partendo da questa premessa, possiamo facilmente accorgerci di come nella società odierna l’amore sembra si sia volatilizzato nel nulla

La relazione è una pacca sulla spalla, una sensazione di riconoscimento che dura davvero poco. Non si sta con qualcuno perché lo si desidera, ma perché si ha la necessità di godere dell’oggetto che questa persona porta con sé. Allora tutto si annulla, tutto si frantuma e tutto si muove inseguendo un circolo vizioso che uscita non ha. Stiamo parlando della luce inebriante che sembra portare da qualche parte, che sembra formare una via d’uscita percorribile per raggiungere la meta, ma che in realtà ti lascia solo e immobile in mezzo al tetro bosco. Prendi e butta. Afferra e molla. Cuci e taglia. Questa dicotomia è quella che rappresenta la nostra storia. Non si tratta solo di amore, si tratta di tutto. Di amicizie, di famiglia, di lavoro, di hobby. Si tratta di smarrimenti.

Ritrovarsi è possibile?

Trovare sé stessi è una strada ardua, ma trovare la via che ci porta alla consapevolezza di ciò che realmente desideriamo è possibile. Basta lasciar la brama di soddisfacimento immediato e prendere per mano la guida che avevamo perso. Torniamo a desiderare, torniamo ad ardere, torniamo a essere.

"Sono solo sciocchezze, non ho capito nulla, non c'è una soluzione."

Se è questo il pensiero che sobbalza è del tutto normale. E’ ovvio che si sta cercando, anche stavolta, il soddisfacimento immediato, la pillola che buttata giù d’un colpo risolve tutti i problemi. Questa magia non esiste. 

Tuttavia, la consapevolezza di far parte di una società, che ci spinge verso il godimento passivo, è il primo passo verso l’abbandono di questa modalità aleatoria. Consapevoli di ciò che siamo, di ciò che siamo stati e di ciò che vorremmo essere cerchiamo di percorrere la via che possa portarci da qualche parte e che non ci faccia sprofondare in un limbo. 

Cerchiamo quindi una guida che ci accompagni verso l‘amor che move il sole e l’altre stelle.

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2 commenti su “Le personalità tossiche e la società”

  1. Giovanni Leshou

    Una discussione affascinante che merita un commento. Credo che si dovrebbe scrivere di più su questo argomento, potrebbe non essere un argomento tabù, ma di solito la gente non parla di tali questioni. Saluti!

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